Una delle Nazioni più controverse e affascinanti del Mondo, melting pot di culture profondamente diverse e paesaggi magnifici. Stiamo parlando della Terra Promessa! Vediamo come organizzare un itinerario ideale per un viaggio in Israele di 5 giorni!
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Arrivo in Israele & Gerusalemme, la città santa
Voli, noleggio auto e alloggio a Gersusalemme
Il viaggio dall’Italia è iniziato da Bari in direzione Tel Aviv alle ore 5:45 del mattino, cosa che mi permette di sfruttare a pieno la prima giornata in Israele. Atterrando, sono stato colpito subito dallo skyline di Tel Aviv, con i suoi maestosi grattacieli che dominano l’orizzonte.
Nella preparazione del viaggio in Israele ho deciso di affidarmi al trasporto pubblico e alle attività guidate anziché noleggiare un’auto, per tre motivi: innanzitutto, ho bisogno di esperti locali che possano spiegarmi in modo approfondito la situazione socio-politica del paese; in secondo luogo, considerando la situazione di sicurezza, ho preferito essere meno “vulnerabile” sia ai vari checkpoint sparsi per il paese sia durante le mie visite in Palestina; in terzo luogo, il fattore economico, infatti il noleggio auto per cinque giorni mi sarebbe costato 350€, un prezzo piuttosto elevato.
Una volta atterrato, ero consapevole dei lunghi controlli di sicurezza in Israele e mi aspettavo code infinite all’uscita dall’aeroporto; tuttavia, mentre mi accingevo a fare la fila, sono stato subito avvicinato da una guardia che, dopo aver visto il mio passaporto italiano, mi ha fornito un lasciapassare che mi ha permesso di saltare tutta la lunghissima fila. Una piacevole sorpresa!
La mia prima tappa del viaggio in Israele prevedeva Gerusalemme, a soli 30 minuti di treno diretto dall’aeroporto di Tel Aviv (al costo di 4€). Arrivato in città, mi sono diretto verso l’ostello Hyve by Stay (che consiglio vivamente, dato che costa solo 30€ per due notti) per effettuare il check-in e lasciare lo zaino. Gerusalemme mi appare come un cantiere a cielo aperto ed è molto più moderna di quanto mi aspettassi.
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Cosa fare a Gerusalemme, the Old city
Successivamente mi dirigo verso la Città Vecchia per prendere parte a un walking tour con Sandeman Walk, che ha inizio da Jaffa Gate. Non impiego molto a capire il motivo per cui la città è stata chiamata “città santa” nel corso del tempo. La Città Vecchia è divisa in quattro zone culturalmente molto diverse tra loro: il quartiere cristiano, il quartiere armeno, il quartiere ebraico e il quartiere musulmano, che è il più esteso. La varietà culturale che si incontra qui mi lascia sbalordito, proprio come la ricca offerta di street food!
Prima visitiamo la zona ebraica, superando un checkpoint di sicurezza. Qui, il monumento più iconico è il Muro del Pianto (conosciuto in inglese come Western Wall), vedo molti ebrei indossare il tipico berretto “kippah” (chiedendomi come faccia a rimanere in testa senza cadere) mentre pregano rivolti al muro e recitano versi della Torah. Successivamente ci dirigiamo verso la Spianata del Tempio, il principale luogo di culto islamico, dove l’accesso è vietato ai non musulmani, tranne che in alcune ore della giornata.
Continuando, percorriamo la Via Crucis (Via Dolorosa), una strada in leggera salita che porta alla Holy Church, nota come Chiesa del Santo Sepolcro, costruita dall’imperatrice Costanza nel IV secolo sul monte Golgota, dove si crede sia avvenuta la crocifissione di Gesù. La chiesa è meta di pellegrinaggio ogni giorno da tutto il mondo, poiché al suo interno si trovano la Cappella del Calvario (Golgota) e altre importanti cappelle, come quella di Santa Elena, dedicata alla madre dell’imperatore Costantino, che si crede abbia scoperto la Vera Croce di Cristo. È interessante notare che Gerusalemme è considerata città santa da ebrei, musulmani e cristiani, ognuno per le proprie motivazioni religiose legate ai luoghi sacri presenti nella città.
Food tip: Manou ba shouk, a 50 metri da Jaffa Gate. Serve praticamente tutti i piatti tipici della cucina israeliana (che ho trovato molto simile alla libanese e alla giordana) quali i Falafel, pita, Shashlik, Shakshuka, Hummus e Tabbouleh. Io mi sono innamorato della Shakshuka, che viene preparata con pomodori cotti, peperoni, cipolle, spezie e uova. Gli ingredienti vengono cotti insieme in una padella o bacinella fino a quando le uova non sono pronte.
Viaggio in Israele: Masada, Ein gedi e il Mar Morto
La giornata prevede un’escursione organizzata a Masada, Ein Gedi e il Mar Morto, prenotata anticipatamente tramite Tourism Israel al costo di 100€.
Alle ore 2:30, partiamo verso la base di Masada per iniziare la scalata di 1 ora (dislivello di 330 metri, si passa da 326 metri sotto il livello del mare a 4 metri sopra il livello del mare) per ammirare il sorgere del Sole dalle rovine di Masada, godendo di una posizione privilegiata con lo sfondo del Mar Morto. Giova ricordare che il Mar Morto è il punto più basso della Terra, la sua superficie è posta 430 metri sotto il livello del mare. Qui, secondo alcuni storici, avvenne il più grande suicidio di massa della storia, noto come martirio di Masada. Gli abitanti di Masada, sotto assedio dai Romani per un anno, decisero di preferire la morte e bruciare tutto piuttosto che arrendersi al nemico. I padri di famiglia avevano il compito di uccidere mogli e figli prima di suicidarsi.
Dopo aver ammirato lo straordinario paesaggio ed essere riscesi verso la valle, alle le 8:00 ci dirigiamo verso Ein Gedi, una riserva naturale situata nella parte orientale del deserto della Giudea, sulla sponda occidentale del Mar Morto, in Israele. La riserva offre una straordinaria varietà di paesaggi, flora e fauna, rappresentando un’oasi naturale di verde e vita rigogliosa nel cuore del deserto arido. La presenza di sorgenti d’acqua in questa zona consente la crescita di una lussureggiante vegetazione.
Successivamente, ci spostiamo verso la spiaggia del Mar Morto, Kalia beach. Quattro anni fa ero stato in questo luogo, ma dal lato giordano. Devo ammettere che ho preferito il lato giordano poiché la spiaggia era più sabbiosa e meno “artificiale”. Purtroppo, oggi ho avuto la sfortuna di trovare un po’ di vento forte in questa zona, il che ha reso il Mar Morto un po’ increspato. Ma si sa, le cose nuove hanno sempre un fascino diverso quando viste la prima volta.
Una volta rientrato a Gerusalemme, ne approfitto per fare un’altra lunga passeggiata nella Città Vecchia e per salire sul monte dove si crede che Gesù Cristo avvisò Giuda che lo avrebbe a breve tradito, il Monte degli Ulivi.
Palestina
Un viaggio in Israele non può prescindere da una visita in Palestina. La curiosità che avevo coltivato nei giorni precedenti al viaggio sulla Palestina era davvero tanta! Volevo scoprire come fosse la Palestina, cosa significa vivere intrappolati nel proprio territorio, affrontare checkpoint che dividono le case dei palestinesi dai loro familiari stessi e capire il significato del muro di divisione. Il mio itinerario di giornata mi avrebbe fornito alcune risposte, poiché avrei visitato Betlemme, la città natale di Gesù Cristo, e Jerico, la città più antica del mondo, con un tour acquistato prima della partenza tramite Tourism Israel al costo di 70€.
Appena entrati in Palestina, noto un cartello che segnala l’accesso vietato agli israeliani per legge in quella zona, ovvero la zona A. La nostra guida israeliana scende quindi dal pullman a causa di questa restrizione, e al suo posto sale una guida palestinese. La Palestina, sulla carta, è un territorio unico separato da Israele, ma nella realtà è diviso in tre zone (A, B e C). Solo la zona A è amministrata e controllata esclusivamente dai palestinesi, mentre le zone B e C sono di fatto territorio israeliano. Purtroppo, gli israeliani costruiscono insediamenti quotidianamente all’interno del territorio palestinese, giustificandolo con l’affermazione che “la Giudea e la Samaria erano territori ebraici mille anni fa”. La Palestina sembra quindi composta da tante piccole isole (zona A), corrispondenti alle principali cittadine come Betlemme, Jerico, Ramallah, Nablus ed Hebron. In alcuni casi, il governo israeliano ha fornito incentivi finanziari o agevolazioni per incoraggiare gli israeliani a stabilirsi negli insediamenti. Per approfondire, molto interessante è questo articolo di Geopolitica info.
Cartello che indica l’ingresso nella zona A, dove gli israeliani non possono entrare per legge.
Muro di separazione, Betlemme e Jerico
Il numero di checkpoint da attraversare è sorprendente, e se da turisti ci è facile superarli, per i palestinesi è praticamente impossibile. Arrivati finalmente a Betlemme, ci troviamo di fronte al muro di separazione. Quando chiedo alla guida palestinese della divisione tra Israele e Palestina, mi corregge prontamente, affermando che in realtà il muro divide la Palestina da sé stessa. Spiega che gli israeliani hanno costruito il muro da 6 a 20 km dentro la linea che era stata sancita dall’accordo internazionale del 1967, dividendo così intere famiglie palestinesi e creando l’emergenza profughi che ancora affligge queste zone. La differenza di ricchezza tra le due parti del muro è evidente: da un lato, uno dei paesi più sviluppati del mondo; dall’altro, la più assoluta povertà. Questa situazione mi tocca profondamente, e gli sguardi tristi dei palestinesi mi portano vicino alle lacrime. Sul muro si notano vari dipinti, molte parti di esso sono diventate una tela per street art e murales creati da artisti locali e internazionali, i più famosi sono quelli di Banksy. Questi dipinti spesso affrontano temi legati alla resistenza, alla solidarietà e alla ricerca di pace. I murales sul muro hanno attirato l’attenzione dei media e dei visitatori, contribuendo a diffondere il messaggio dei palestinesi e a far conoscere la situazione in cui si trovano.
Betlemme offre la visita interessante della Cattedrale della Natività e un centro storico che trasuda l’autentica essenza palestinese. Successivamente, ci dirigiamo verso Jerico, un’altra “isola” palestinese, sempre nella zona A. Curiosamente, la guida israeliana continua ad accompagnarci in questo caso, invece di scendere dal bus come aveva fatto a Betlemme e, quando gli chiedo spiegazioni, mi dice che a Jerico la situazione è più “tranquilla” e quindi può farlo. In pratica, ha infranto la legge del suo governo e quella internazionale. È interessante vedere come gli israeliani qui scelgano arbitrariamente ciò che rispettare e ciò che trasgredire. Jerico è conosciuta come la città più antica del mondo, ma al giorno d’oggi non offre molto da vedere se non le rovine di Tel Jericho, o “Tell es-Sultan”, verso le quali saliamo sia in auto che con un teleferico al costo di 10€ andata e ritorno. La vista dall’alto è magnifica, e ammiriamo le rovine sia durante il tragitto del teleferico che una volta giunti in cima.
Verso sera, ci dirigiamo verso Tel Aviv, dove passerò gli altri due giorni. Arrivo in ostello, Marina Ben Gurion (50€ per due notti), per lasciare lo zaino e iniziare a esplorare Tel Aviv. La città è all’avanguardia e si sviluppa lungo il lungomare per circa 6 km, collegando e unendo le due municipalità che la compongono: Tel Aviv e Jaffa, la città vecchia.
Food tip: Mansaf, piatto tipico palestinese, da provare sul ristorante che si trova in cima alla funivia di Jerico. È composto da agnello, riso, yogurt acido, mandorle tostate e pinoli. Il piatto è servito sul letto di riso, spesso insaporito con spezie ed accompagnato da pane arabo.
Tel Aviv & Jaffa
Inizia una nuova giornata a Tel Aviv con una colazione gustosa a base di un pane con impasto alle verdure e uno smoothie alla frutta presi da uno dei numerosi chioschi della città. La mia prima meta è Jaffa, un must per ogni viaggio in Israele, dove partecipo a un walking tour esplorativo della città vecchia con Sandeman. Sebbene Jaffa sia stata un importante porto turistico mediterraneo nel corso dei secoli, il tour non è paragonabile a quanto interessante sia stato quello di Gerusalemme.
Dopo il tour, mi dirigo verso il mercato vecchio della città, Shuk Ha’Carmel, una vera delizia per gli amanti dello street food medio orientale. Decido di continuare ad esplorare Tel Aviv senza una meta precisa e di evitare i musei, poiché dopo l’ampia esplorazione di Gerusalemme, mi sembrerebbero poco interessanti. Inoltre, ho sempre avuto un rapporto un po’ difficile con i musei, tranne quelli particolarmente caratteristici.
Successivamente, raggiungo lo splendido lungomare di Tel Aviv, pieno di campi da beach volley, palestre all’aperto e bar sulla spiaggia. Qui decido di assistere al tramonto, uno spettacolo mozzafiato. Per cena, scelgo di gustare esclusivamente falafel da Frishman, un posto molto raccomandato.
Tel Aviv & shabbat
La giornata è dedicata al relax, approfittando del clima favorevole e del sole, trascorro la giornata a godermi la beach life di Tel Aviv! Poiché è Venerdì, c’è molta frenesia in giro, poiché tutti si stanno preparando per lo Shabbat che inizierà al tramonto e si concluderà al tramonto del Sabato. Durante lo Shabbat, tutto si ferma in Israele: la maggior parte dei negozi e delle attività lavorative sono chiusi, inclusi i mezzi di trasporto pubblici. È necessario prenotare in anticipo un autista privato per organizzare il trasferimento all’aeroporto o per qualsiasi altra destinazione.
Lo Shabbat significa “smettere” e ci sono regole specifiche riguardanti il lavoro e le attività proibite. Ad esempio, è vietato cuocere, accendere fuochi, guidare, scrivere e utilizzare l’elettricità. Invece, le famiglie si riuniscono per pasti speciali, recitano preghiere e partecipano ai servizi religiosi nella sinagoga. Lo Shabbat è un momento di spiritualità, pace e rinnovamento per la comunità ebraica ed è un importante pilastro della cultura e della fede ebraica.
Travel tip aeroporti israeliani
Se si viaggia da Israele verso qualsiasi altra destinazione tramite aereo, è consigliabile arrivare in aeroporto almeno 3 ore prima della partenza. I controlli di sicurezza sono estremamente minuziosi, e ci sono diverse fasi di verifica, tra cui una specifica chiamata “Zona W”, dove vengono posti domande riguardanti eventuali contatti con palestinesi, assistenza nella preparazione dei bagagli o ricezione di regali. Inoltre, è necessario mostrare il passaporto circa 5 o 6 volte in diverse zone, e al controllo di sicurezza, i bagagli di ogni passeggero vengono aperti e ispezionati completamente prima di essere passati sotto lo scanner.
A questa pagina gli altri itinerari in Asia, ricordandosi sempre di consultare la pagina Viaggiare Sicuri prima di intraprendere un viaggio.