Come raggiungere la Bosnia
Nell’organizzazione di un viaggio in Bosnia, è importante tenere presente alcune considerazioni. Prima di tutto, non ci sono voli diretti dall’Italia verso Sarajevo o altre città bosniache. Pertanto, è necessario pianificare un percorso con arrivo in città come Zagabria, Belgrado, Tirana o Dubrovnik. Inoltre, per esplorare agevolmente il paese, il noleggio di un’auto è spesso indispensabile. I mezzi pubblici in Bosnia sono limitati, inefficienti e non raggiungono tutti i luoghi di interesse turistico. Le opzioni migliori a disposizione per raggiungere la Bosnia sono:
- Volare con un volo diretto su Zagabria, Belgrado, Tirana o Dubrovnik e poi noleggiare un auto (assicurandosi che la compagnia scelta permetta il transito transfrontaliero) e acquistando una Green card al confine bosniaco. Opzione scelta da me, nel proseguo tutti i dettagli.
- Volare su Sarajevo con uno scalo (il prezzo piu’ basso e’ solitamente con la Austrian Airlines che fa scalo a Vienna)
- Traghetto Ancona-Spalato o Bari-Dubrovnik e poi auto a noleggio
- Guidare dal nord Italia scendendo da Trieste (5h circa per entrare in Bosnia)
Quanto costa un viaggio in Bosnia?
Per quanto riguarda i costi, è importante notare che la Bosnia è una destinazione generalmente MOLTO economica, soprattutto rispetto alle più costose vicine Croazia e Slovenia. Questo perchè non fa parte dell’Unione Europea ed è la terza nazione più povera d’Europa. La moneta in vigore è il Marco bosniaco anche se l’Euro viene spesso accettato (cambio attuale 1€=2 marchi).
Ecco un riepilogo dei costi del mio recente viaggio di 5 giorni in Bosnia:
- Voli 60€ (Bari ➔Tirana, Wizz Air)
- Alloggi 95€ (5 notti)
- Noleggio auto + assicurazione completa + cross-border fee + carta verde 250€
- Spese varie (benzina, cibo etc) 160€
Totale 565€
Itinerario in Bosnia di 5 giorni
Di seguito ecco cosa vedere in Bosnia: un viaggio attraverso le sue città storiche, la natura incontaminata e la calorosa ospitalità locale.
Trebinje e la Bosnia on the road
Ho scelto di volare su Tirana con un volo di soli 25 minuti da Bari e mi sono subito recato al punto di ritiro dell’auto a noleggio prenotata con Sicily by Car. Il costo del noleggio per 5 giorni è di 210€, inclusiva di assicurazione completa (che consiglio vivamente di avere sempre!) e della cross-border fee, ovvero un supplemento per superare il confine della nazione nella quale si ha noleggiato l’auto. È importante menzionare questa necessità per evitare problemi in caso di difficoltà con il veicolo in un Paese diverso da quello in cui si è noleggiato.
Il mio itinerario del giorno prevedeva di raggiungere Trebinje, in Bosnia (geograficamente parlando, Erzegovina). Il tempo stimato di viaggio è di circa 4 ore. Mentre guidavo verso nord attraverso l’Albania, ho notato eventi che sarebbero considerati insoliti nell’Europa occidentale, come la vendita di animali ai lati della strada e persone che camminavano in autostrada come se nulla fosse. Purtroppo, ho osservato anche molte persone alla ricerca di cibo nei cassonetti della spazzatura e uno stile di guida un po’ imprudente. Tuttavia, mi sono lasciato affascinare dalla bellezza dei panorami intorno al lago Scutari (Shkroder) e mi sono promesso di fermarmi per una passeggiata al ritorno.
Arrivato al confine con il Montenegro, sono necessari controlli doganali e l’acquisto di una “Green Card” al costo di 40€, valida per Montenegro e Bosnia. Si tratta di un certificato internazionale di assicurazione che permette al veicolo di entrare e circolare in un paese straniero in regola con l’assicurazione responsabilità civile auto.
La strada che porta al confine bosniaco è molto scenografica, soprattutto nei pressi del lago Slano. Al confine bosniaco, sono stato sottoposto a controlli più approfonditi, ma alla fine sono entrato finalmente in Bosnia. Mi sono fermato lungo la strada per ammirare uno dei tramonti più belli mai visti al mondo, con colori ardenti che si riflettevano sul fiume Trebisnjica.
Successivamente, ho raggiunto il mio alloggio a Trebinje, l’Hotel Leotar 4*, al costo di 30€ con colazione inclusa. Dopo aver lasciato lo zaino, sono uscito per una passeggiata nel caratteristico centro storico della città, con i suoi tipici ponti come il Kameni most e l’Arslanagic most, e le moschee sparse qua e là. L’architettura di questi ponti è tipica delle città bosniache (il più famoso è il ponte di Mostar). La cittadina di Trebinje è semplicemnte deliziosa e meta imperdibile in un viaggio in Bosnia.
Food tip: a cena, ho ordinato un piatto tipico balcanico di origine ottomana chiamato Cevapi, a base di carne trita fina di manzo e agnello, condita con sale, spezie e aromi. Ho concluso la serata con un dolce tipico ottomano, il baklava, che ADORO e scelgo sempre in tutti i paesi in cui è presente. È composto da pasta fillo farcita con frutta secca, zucchero e burro, poi cotto in forno e bagnato con miele.
La Bosnia ha una storia di dominazione ottomana per più di 4 secoli, fino al 1878, quando passò sotto l’amministrazione austro-ungarica. La presenza di molte moschee in città riflette questa eredità ottomana, con il 50% della popolazione attuale di religione musulmana. La convivenza tra diverse etnie, che in passato (durante l’era della Jugoslavia di Tito) non ha mai creato problemi sociali a detta dei locals, oggi è sfruttata dai politici per seminare divisione tra i cittadini, promuovendo un nazionalismo esaltato e portando la Bosnia a essere la nazione più corrotta d’Europa, qui l’articolo completo sui problemi etnici, religiosi e politici che hanno causato questa situazione.
Cascate di Kravice, Blagaj e Mostar, la città divisa patrimonio UNESCO
Il giorno successivo mi sono diretto verso le cascate di Kravice, il cui ingresso al parco costa 10€, parcheggio incluso. Per raggiungere le cascate, bisogna seguire un percorso a piedi in discesa di circa 15 minuti. La vista è mozzafiato, con le cascate del fiume Trebižat alte circa 26 metri, incastonate in un parco verde splendente e terminanti in un laghetto limpido e balneabile (solo durante l’estate). Mi è dispiaciuto notare che i dintorni del parco sarebbero potuti essere più curati, evitando di lasciare oggetti abbandonati e catapecchie trascurate. È un peccato non valorizzare al massimo questa bellezza naturale.
Successivamente, mi sono diretto a Pocitelj, un pittoresco paesino ottomano situato nella valle del fiume Neretva. Il paese si sviluppa in altezza, con una moschea e una fortezza in cima, che offrono una vista spettacolare. Durante la mia visita, ho avuto il privilegio di assistere al canto del muezzin, che ha contribuito a creare un’atmosfera ancora più caratteristica.
Ho proseguito poi verso il famoso Dervish House di Blagaj, un monastero derviscio costruito sul torrente Buna. L’ingresso costa 5€ ed è subordinato a un dress code che prevede pantaloni lunghi e velo per le donne. I dervisci erano i discepoli di religiosi islamici, come indicato da un Corano aperto dietro una finestra affacciata sul torrente. Il monastero si affaccia su di esso, alle pendici di una parete rocciosa altissima, alla cui base sgorga il torrente. Ho pranzato in un ristorante, il Vrelo restaurant, che offre una vista diretta sul fiume Buna. Lo consiglio vivamente!
Successivamente, mi sono diretto a Mostar e, dopo un breve tragitto in auto di circa 20 minuti, l’ho raggiunta e mi sono recato presso l’ostello prenotato, l’Hostel Mirror, gestito da una signora del posto che vive all’interno con la sua famiglia. L’atmosfera è cordiale e accogliente, e il costo della stanza privata è di 20€. Dopo aver lasciato lo zaino, ho partecipato a un tour a piedi di Mostar prenotato tramite Guruwalk, guidato da Cheva, un ragazzo che ha vissuto personalmente gli eventi della guerra del ’92 e che si definisce “erzegovino-socialista”. La sua conoscenza e preparazione riguardo a questo argomento, insieme alla sua passione nel condividere la vera storia della città, mi hanno affascinato profondamente.
Il centro storico di Mostar è stato riconosciuto come patrimonio mondiale dell’UNESCO, e la sua principale attrazione è indubbiamente lo Stari Most, un ponte che divide la parte musulmana da quella croata della città. Questo ponte fu originariamente costruito dagli ottomani nel 1567, ma durante la guerra del ’93, fu bombardato e distrutto dalle forze croate. Ufficialmente, il motivo addotto era quello di mettere in difficoltà i bosniaci nel trasferimento di armi e cibo, ma in pratica, era un tentativo di cancellare un simbolo della civiltà bosniaca. Lo Stari Most è stato successivamente ricostruito nel 2004 dopo un processo iniziato nel 2000 e numerose discussioni con l’UNESCO. La sua attuale ricostruzione rappresenta fedelmente l’originale, con una percentuale di riproduzione dell’83%.
La cittadina di Mostar racchiude in sé tre diversi stili architettonici che hanno segnato la sua storia: tratti islamici con moschee e minareti, palazzi in stile austro-ungarico e costruzioni squadrate in stile comunista. Ancora oggi si possono notare i segni della guerra su alcuni edifici, con fori di proiettili e pareti danneggiate.
Food tip: presso il Food House a Mostar, ho gustato dei deliziosi Dolma, rotolini di verdura ripieni di riso e carne macinata.
Cosa vedere in Bosnia? Sarajevo, la città multiculturale 43 mesi sotto assedio!
La mia giornata è iniziata con una piacevole passeggiata nel centro storico di Mostar, dove ho ammirato i bellissimi colori del mattino sullo sfondo della Neretva e mi sono goduto un caffè affacciato sullo Stari Most.
Successivamente, mi sono diretto verso Konjic, una piccola cittadina lungo la strada che collega Mostar a Sarajevo. Qui, mi sono fermato in una panetteria (pekara) per fare il pieno di deliziosi prodotti da forno, che amo particolarmente in questa zona. Konjic è famosa per il bunker antiatomico di Tito, costruito tra il 1953 e il 1979. Questo bunker, che non è mai stato utilizzato per il suo scopo originario, era stato costruito come quartier generale ipotetico della Jugoslavia in caso di attacco atomico durante la Guerra Fredda. La sua posizione strategica tra le montagne lo rendeva equidistante dai principali centri slavi come Belgrado e Zagabria.
Il viaggio verso Sarajevo è caratterizzato da un cambiamento del paesaggio e del clima, passando dall’Erzegovina alla Bosnia e dall’aumento dell’altitudine. La temperatura scende rapidamente, e il paesaggio fuori dalla finestra si tingeva di bianco per la presenza della neve. Sono giunto quindi al Vrelo Bosne, un parco appena fuori Sarajevo, con laghetti pieni di cigni e papere, e torrenti che emanano pace e serenità. Qui ho trascorso un po’ di tempo prima di raggiungere il centro di Sarajevo (da pronunciare rigorosamente con accento sulla prima “a”), dove mi sono stabilito presso l’ostello Kaiser Franz, situato in una costruzione in stile sovietico e dal costo di 22€ per una camera privata.
Che fare a Sarajevo?
A Sarajevo, è semplice immergersi completamente nella storia, notando murales riferiti alla guerra nella quale è avvenuto l’assedio più lungo nella storia bellica della fine del ‘900, durato dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996. Durante questo periodo, Sarajevo fu isolata dalle forze serbo-bosniache che tagliarono i principali rifornimenti di cibo e medicine alla città. Solo grazie a un tunnel sotterraneo costruito nel ’93, è stato possibile far arrivare beni di prima necessità e armi in città, dando una possibilità di sopravvivenza agli abitanti. Oggi quel tunnel (Sarajevo War Tunnel) è visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 17.
Sarajevo è conosciuta come la Gerusalemme d’Europa, poiché qui hanno sempre convissuto pacificamente ebrei, ortodossi, cattolici e musulmani. All’ingresso di Bascarsija, la parte storica della città, si trova una rosa dei venti con la scritta “Sarajevo meeting of cultures“, che divide la parte est, musulmana, dalla parte ovest, austro-ungarica. Bascarsija è ricca di negozi che vendono il tradizionale caffè bosniaco e una vasta gamma di Baklava e caravanserragli, rimandando alla gloriosa epoca della via della seta.
Durante il mio tour a piedi con Bella Bosnia, mi è stato mostrato il lato multiculturale di Sarajevo, visitando la sinagoga Aschenazita, la Cattedrale Ortodossa della Natività di Gesù, la Cattedrale del Sacro Cuore e la Moschea di Husrev-Bey. Quest’ultima mi ha affascinato particolarmente. Inoltre, ho avuto anche l’opportunità di assistere al primo giorno del Ramadan e, al tramonto, due colpi di cannone hanno segnato l’inizio del momento in cui i musulmani possono bere e mangiare.
Al centro di Sarajevo, si può poi ammirare il monumento della Vječna Vatra, la Fiamma Eterna, che è stata accesa in memoria di coloro che hanno liberato Sarajevo durante la Seconda Guerra Mondiale.
Assassinio di Francesco Ferdinando, lo scoppio della I guerra mondiale.
La città è arricchita dalla storia, incluso il Ponte Latino, teatro dell’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria nel 1914, evento scatenante della Prima Guerra Mondiale. L’assassinio, avvenuto il 28 giugno 1914, è stato il catalizzatore che ha scatenato una serie di eventi che hanno portato alla Prima Guerra Mondiale.
Gavrilo Princip, un membro del movimento nazionalista Giovane Bosnia, fu uno degli assassini incaricati di uccidere l’arciduca e sua moglie Sofia durante la loro visita a Sarajevo. Dopo un fallito tentativo di granata lanciata contro la loro auto, l’arciduca decise di continuare il suo itinerario e incontrare il sindaco della città.
Successivamente, mentre l’auto dell’arciduca si fermò all’incrocio del Ponte Latino, Princip colse l’opportunità e sparò sia all’arciduca che a sua moglie, uccidendoli entrambi. Questo atto di assassinio scatenò una serie di eventi che portarono alla dichiarazione di guerra e alla formazione di alleanze tra le potenze europee, culminando nella Prima Guerra Mondiale.
Tornando alla vivace atmosfera di Sarajevo, la città è conosciuta per la sua varietà di locali, specialmente le buregdnizinica e le cevabdzinica, dove si possono gustare le deliziose specialità locali come il burek e i cevapi. Tuttavia, una nota stonata è la tolleranza del fumo all’interno dei locali, che può essere un po’ sgradevole per alcuni.
In ogni caso, mi sono concesso una gustosa pausa presso una buregdnizinica, dove ho ordinato una doppia razione di burek agli spinaci, sicuramente un’ottima scelta per esplorare i sapori locali.
Per trascorrere la serata, molto consigliato dai locals è il City Pub, locale situato in pieno centro di fronte al mercato cittadino. Qui ogni sera suonano musica dal vivo e si può godere dell’atmosfera vivace della città.
Sarajevo offre davvero un mix affascinante di storia, cultura e gastronomia, rendendola una destinazione unica da esplorare e scoprire.
Parco Naturale di Blidinje
Il quarto giorno è iniziato con una passeggiata in forte salita verso il Yellow Fortress, da cui si gode di una vista meravigliosa su una Sarajevo innevata. Per compensare subito le 50 kcal bruciate, ho fatto colazione nel quartiere di Bascarsija con una tufahija, un dolce bosniaco a base di mela che viene affogata in zucchero liquido e acqua, ripieno di noci e ricoperto con panna montata.
Sono poi partito in direzione Livno, fermandomi una giornata al lago di Blidinje, un lago montano su un altopiano a 1200 metri sul livello del mare immerso nel Parco Naturale di Blidinje, zona di straordinaria bellezza naturale con molte opportunità per attività all’aperto e l’esplorazione della natura. Ecco alcune cose da fare al Parco di Blidinje:
- Escursioni a piedi: Il parco offre una serie di sentieri escursionistici ben segnalati che ti consentono di esplorare la sua bellezza naturale. Puoi fare passeggiate tranquille attraverso i boschi o impegnarti in escursioni più lunghe verso i punti panoramici.
- Osservazione della fauna selvatica: La zona è ricca di fauna selvatica, tra cui cervi, cinghiali, lupi e vari uccelli. Porta con te un binocolo per l’osservazione degli uccelli e fai attenzione agli animali durante le tue escursioni.
- Visita al lago di Blidinje: Il lago di Blidinje è una caratteristica principale del parco. Puoi fare una passeggiata lungo le sue rive o noleggiare una barca per esplorare il lago. È anche un luogo ideale per il picnic.
- Scoperta della cultura locale: La regione di Blidinje è ricca di storia e cultura. Visita i villaggi circostanti e scopri la vita tradizionale bosniaca. Potresti anche trovare piccole chiese e monumenti storici nella zona.
- Attività invernali: Durante l’inverno, il parco offre opportunità per lo sci di fondo e lo snowboard. Le piste sono adatte sia per principianti che per sciatori esperti.
Livno, i cavalli selvatici
A Livno mi aspettava un’escursione riservata prima della partenza con Livno Wild Horses Adventures. Livno fa parte della parte bosniaca a maggioranza croata ed è una cittadina di quasi 20 mila abitanti con un centro storico molto carino; è inoltre famosa per i gustosissimi formaggi tipici di questa zona.
L’escursione alla quale ho preso parte consisteva nel salire sulle montagne sopra Livno con un 4×4 dove si trova un altopiano verdeggiante che fa da habitat naturale a dei cavalli selvatici. La maestosità e la capacità di adattamento alle condizioni naturali del luogo di questi animali è molto affascinante e la guida ci ha spiegato in dettaglio molti aspetti della loro quotidianità’, come il difendersi dai predatori (lupi e orsi) ed il loro ciclo vitale. Abbiamo raggiunto successivamente un punto panoramico molto interessante (dove soffiava un vento assurdo e c’erano -3 gradi) che offriva una vista privilegiata sulla valle. Fa un certo effetto poi scorgere dei paletti bianchi e rossi che segnavano l’inizio imminente della zona minata, residui della guerra di Bosnia degli anni ’90. Il territorio bosniaco è cosparso di mine ancora oggi, la bonifica non è ancora stata ultimata a causa dell’elevato numero di mine spesso sono situate in zone di montagna difficili da raggiungere (qui le raccomandazioni della Farnesina sul tema mine). L’escursione dura 4h ed ha un costo di 40€, decisamente consigliata.
Mi sono avviato a escursione terminata verso Podgorica, la capitale del Montenegro, 5h tra le infinite curve balcaniche. Durante una delle pause ho assaggiato un altro dolce tipico bosniaco, l’hormasice, una specie di biscotto bagnato al limone davvero squisito.
Intorno mezzanotte sono giunto all’hotel Resurs (4 stelle meritate) a Podgorica, 25€ colazione inclusa.
Podgorica e il lago di Scutari
L’itinerario odierno prevedeva la visita di Podgorica nella mattinata, capitale visitabile in qualche ora. Ci tornerò sicuramente nell’ambito di un viaggio on the road del Montenegro. I punti di interesse che ho scelto sono stati la vecchia città ottomana, dove si possono ammirare le antiche fortificazioni, la moschea Osmanagica e la Torre dell’Orologio (Sahat Kula), il Ponte Vecchio Ribnica sul fiume e le strade principali del centro nuovo nei pressi di Republic Square (Montenegro è indipendente dalla Serbia dal 2006, mentre dal 2003 al 2006 faceva parte dello stato di Serbia e Montenegro e dal ’91 al 2003 la medesima entità statale veniva chiamata Repubblica Federale di Jugoslavia ) che sono Slobode Bokeška, Slobode Ulica e Slobobe Njegoševa.
Ho proseguito poi verso l’aeroporto di Tirana, 2h di tragitto traffico alla frontiera permettendo, e mi sono fermato qualche ora sul lago di Scutari, davvero un posto che merita una capatina.
Quando andare in Bosnia
Il momento ideale per visitare la Bosnia-Erzegovina dipende dalle preferenze climatiche e dalle attività desiderate. Sarajevo, a causa della sua altitudine, presenta inverni abbastanza freddi ed estati calde, (io ho trovato neve ad Aprile, mese che presenta una temperatura media 0°C). Le due città principali, Mostar e Sarajevo, distano solo 2 ore di macchina ma hanno climi molto diversi. A Mostar, la neve è un evento raro e quando cade è una festa per i bambini.
Per un compromesso tra temperature calde e affluenza turistica moderata, i mesi di maggio, giugno e settembre sono probabilmente i migliori periodi per visitare la Bosnia. In questi mesi, le temperature sono piacevoli senza essere eccessivamente roventi come nei mesi estivi centrali. Ciò permette di godere appieno delle bellezze paesaggistiche e delle attrazioni senza dover affrontare le folle di turisti che potrebbero presentarsi durante i mesi più caldi.
A questo link, tutti gli itinerari dei miei viaggi nei Balcani:
- Slovenia
- Croazia
- Belgrado
- Albania
- Macedonia
- Kosovo
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PS leggere le condizioni contrattuali prima della stipula
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